Supermercati, consentito vendere anche all'ingrosso.
Quesito: Una scuola materna comunale acquista il 99% dei prodotti alimentari presso un vicino supermercato che rilascia la merce con scontrino fiscale. È sufficiente? Il supermercato non dovrebbe vendere solo al dettaglio e non a ristorazioni e collettività?
Risponde l'avvocato Stefano Senatore.
Il decreto legislativo n. 114/1998, nel disciplinare l’attività commerciale, prevedeva originariamente, all’articolo 26, comma 2, il divieto di esercizio congiunto, nello stesso locale, dell’attività di vendita all’ingrosso (ossia, ad altri utilizzatori professionali) e di vendita al dettaglio (ossia, al consumatore finale), salvo eventuali deroghe stabilite dalle Regioni.
Tale divieto è tuttavia venuto meno con l’entrata in vigore del decreto legislativo n. 147/2012, il quale, oltre ad eliminare la previsione del comma 2 dell’articolo 26, innanzi citato, ha inoltre espressamente previsto la possibilità di “esercizio promiscuo nello stesso locale dell’attività di vendita all’ingrosso e al dettaglio”, da intendersi – stando anche alle precisazioni fornite dal Ministero dello Sviluppo Economico con risoluzioni n. 230620 dd. 8 novembre 2012 e n. 5830 dd. 15 gennaio 2013 – come possibilità di esercitare nello stesso locale le due attività “senza specifici divisori che delimitino la superficie sulla base della diversa attività di vendita svolta”.
Ne consegue che in un supermercato, quale esercizio abilitato alla vendita al dettaglio di prodotti alimentari, in via generale deve ritenersi ammessa anche la vendita all’ingrosso degli stessi prodotti, nel rispetto degli obblighi amministrativi per l’avvio dell’attività, come previsti dal decreto legislativo n. 222/2016.
[Articolo pubblicato sulla rivista Alimenti&Bevande, n. 1/2021, Filo diretto con l'esperto, p. 94]