Reati, quando sussiste la frode in commercio.

 

Quesito:  Durante un'ispezione presso un'impresa alimentare dedita alla ristorazione senza somministrazione con preparazione di cibi da asporto, si prende visione del menù dei prodotti che vengono offerti alla clientela, tra questi figura nell’elenco “panini” la dicitura “100% razza bovina italiana IGP”, inoltre alcuni panini vengono offerti come “hamburger di Chianina”, “hamburger di vitello” o  “maialino nero casertano”.

Durante il controllo non è stata rinvenuta né carne di razza Chianina, né carne di vitello, né carne “100% razza bovina italiana IGP”, ma confezioni di preparazioni di carne riportanti in etichetta le seguenti indicazioni:

  • impasto Scottona/polpettine, paese di nascita Francia, allevato Francia, macellato Italia, sezionato Italia , e confezioni di impasto per Hamburger/polpette paese di nascita Francia, allevato Francia, macellato Francia, sezionato Italia. Nella cella frigorifera e nel frigorifero a colonna non è presente carne di vitello;
  • impasto Scottona, paese di nascita Francia, allevato Francia, macellato Italia, sezionato Italia, e confezioni di impasto per Hamburger/polpette paese di nascita Francia, allevato Francia, macellato Francia, sezionato Italia;
  • impasto hamburger/polpette, paese di nascita Francia, allevato Francia, macellato Italia, sezionato Italia, e confezioni di impasto per  Hamburger/polpette paese di nascita Francia, allevato Francia, macellato Francia, sezionato Italia.

L’unica carne di maiale rinvenuta nell’attività è identificata come “carne di suino” non viene specificato che si tratta di “maialino nero casertano”, altra carne di maiale rinvenuta è denominata “Pulled Pork”, che in etichetta riporta le seguenti indicazioni, carne di suina affumicata e cotta sottovuoto.

Inoltre l’elenco dei prodotti offerti alla clientela, oltre ad essere rappresentati sui menù cartacei, a disposizione di tutti, posti sul banco delle ordinazioni, vengono reclamizzati anche tramite pannelli luminosi, sui quali scorrono fotografie dei panini con descrizione degli ingredienti utilizzati.

Quanto riscontrato durante il controllo può sussistere il reato di frode/tentata frode in commercio?

 

Risponde l'avvocato Stefano Senatore.

 

Integra il reato di frode in commercio di cui all’art. 515 del codice penale la condotta di chi, esercitando un'attività commerciale, consegna all'acquirente una cosa mobile avente natura, origine, provenienza, qualità o quantità diverse, rispetto a quanto concordato tra le parti o a quanto prospettato dal venditore.

Per la “consumazione” del reato è richiesta la consegna materiale della merce all'acquirente; è invece ritenuta punibile quale “tentativo” di reato (con pena ridotta ai sensi dell’articolo 56 c.p.) la mera detenzione ai fini di vendita di prodotti diversi da quelli rappresentati nell’offerta di vendita.

Nel caso in esame, il menù ed i pannelli luminosi dell’esercizio di somministrazione offrono in vendita prodotti contenenti carne “100% razza bovina italiana IGP”, carne bovina di razza Chianina, carne di vitello e carne di maialino nero casertano.

Tuttavia, i controlli ufficiali condotti presso l’azienda non hanno rinvenuto alcun prodotto corrispondente a tali indicazioni di razza (“chianina” e “nero casertano”), di età (vitello), di provenienza geografica (bovino nato, detenuto e macellato in Italia) e di qualità (IGP).

Con specifico riguardo all’Indicazione Geografica Protetta, si ritiene utile precisare che non esiste alcuna IGP denominata “razza bovina italiana” e che le uniche carni bovine italiane registrate come IGP sono il “vitellone bianco dell’appennino centrale” ed il “vitellone piemontese della Coscia”; ad ogni modo, nessuno dei due suddetti prodotti è risultato presente nel locale al momento del controllo.

In linea di principio – fatte salve le specificità del caso concreto – appare quindi ipotizzabile un’imputazione per tentativo di frode in commercio, ferma restando, ad avviso di chi scrive, l’eventualità che l’esercente dimostri che le carni indicate nel menù erano solo temporaneamente esaurite in attesa della successiva fornitura.

 

[Articolo pubblicato sulla rivista Alimenti&Bevande, n. 1/2021, Filo diretto con l'esperto, p. 98]