Export nel Regno Unito, nessun obbligo di utilizzare l’“etichetta a semaforo”.

 

Quesito: Un’azienda riconosciuta per la produzione di prodotti di gastronomia vorrebbe esportare i propri prodotti, confezionati sottovuoto, in Inghilterra. È obbligatoria l’etichetta nutrizionale “a semaforo”? Se sì, dove posso reperire le informazioni per capire come realizzarla?

 

Risponde l'avvocato Stefano Senatore.

 

La cosiddetta “etichetta nutrizionale a semaforo” (nota anche come Multiple Traffic Light) è un modello di etichettatura nutrizionale volontaria front of pack (FoP), destinata ad essere riportata nel campo visivo principale delle confezioni di alimenti preimballati.

Lo schema è stato sviluppato e raccomandato dal Governo del Regno Unito, con lo scopo di agevolare i consumatori nella valutazione delle proprietà nutrizionali dei prodotti attraverso l’utilizzo, per l’appunto, dei tipici colori dei semafori stradali: verde, ambra e rosso.

Nello specifico, l’etichetta FoP contiene tutte le seguenti informazioni:

  • il valore energetico espresso in kJ e kcal, per 100 grammi o millilitri di prodotto e per singola porzione;
  • la quantità di grassi, acidi grassi saturi, zuccheri e sale contenuta nella singola porzione, espressa in grammi;
  • l’energia, i grassi, gli acidi grassi saturi, gli zuccheri ed il sale espressi in percentuale, come rapporto tra i valori contenuti nella singola porzione e le assunzioni di riferimento giornaliere (AR) di cui all’allegato XIII del regolamento (UE) 1169/2011;
  • la definizione della porzione in termini facilmente comprensibili (ad es. ¼ di torta) e la relativa quantità in grammi o millilitri.

Inoltre, ciascuno dei riquadri dell’etichetta nutrizionale dedicati a grassi, acidi grassi saturi, zuccheri e sale (con esclusione quindi dell’energia) viene evidenziato con uno dei colori semaforici, a seconda del livello della sostanza nutritiva rispetto alle assunzioni di riferimento giornaliere: verde per un livello basso, ambra per il medio e rosso per l’alto.

È da notare che, mentre la percentuale delle AR espressa in cifre si riferisce – come già accennato – al contenuto di sostanze nutritive di una porzione, diversamente i colori semaforici sono basati sull’ammontare delle sostanze nutritive all’interno di 100 grammi o millilitri di prodotto.

Soltanto in via eccezionale, nel caso in cui la singola porzione corrisponda ad una quantità maggiore di 100 grammi o, per i prodotti liquidi, maggiore di 150 millilitri, il colore rosso – e non il verde o l’ocra – viene assegnato in base al livello di sostanza nutritiva contenuta in una porzione.

In merito alle soglie per l’attribuzione dei colori, si evidenzia in estrema sintesi che:

  • il colore rosso è assegnato quando la sostanza nutritiva per 100 g/ml di prodotto supera il 25% delle AR giornaliere (oppure, nel caso in cui ci si debba riferire al contenuto della singola porzione, quando sia superata la soglia del 30% delle AR giornaliere);
  • il colore verde indica, invece, che la quantità di sostanza nutritiva non supera il livello massimo previsto dal regolamento (UE) 1924/2006 per l’utilizzo del claim “a basso contenuto di (grassi, grassi saturi, zuccheri e sale)”;
  • il colore ocra, infine, è attribuito in via residuale, quando la quantità di sostanza nutritiva è inferiore alla soglia minima prevista per il colore rosso e, al contempo, è superiore alla soglia massima per l’assegnazione del colore verde.

L’etichetta nutrizionale a semaforo è stata promossa dal Governo inglese a partire dall’anno 2013, attraverso la pubblicazione delle Linee guida denominate “Guide to creating a front of pack (FoP) nutrition label for pre-packed products sold through retail outlets”, il cui ultimo aggiornamento risale al novembre 2016.

Tale documento illustra nel dettaglio le regole da seguire per l’implementazione dell’etichetta FoP ed è reperibile all’indirizzo https://www.gov.uk/government/publications/front-of-pack-nutrition-labelling-guidance.

Si ribadisce, ad ogni modo, che lo schema Multiple Traffic Light non rientra nell’ambito delle informazioni obbligatorie sugli alimenti, rappresentando un’indicazione supplementare di carattere meramente volontario. Di conseguenza, l’operatore italiano che intenda esportare i propri prodotti nel Regno unito non sarà tenuto, sul piano giuridico, ad adottare tale etichettatura nutrizionale

 

[Articolo pubblicato sulla rivista Alimenti&Bevande, n. 8/2021, Filo diretto con l'esperto, p. 92-94]